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La Sede

Grosvenor Square

L’Ambasciata d’Italia al numero 4 di Grosvenor Square è un luogo di grande fascino sia per la collezione di opere d’ arte che possiede, sia per la storia del palazzo in cui è ospitata.  Il suolo occupato oggi dalla piazza e l’area circostante erano un tempo parte del feudo di Ebury, che apparteneva all’ Abbazia di Westminster e successivamente passò alla Corona.

Nel 1623 Giacomo I vendette il feudo ad alcuni privati, e nel 1625 esso venne acquistato da Hugh Audley, che alla sua morte lo lasciò alla moglie, Mary Davies, la quale in seconde nozze sposò Sir Thomas Grosvenor, il cui figlio, Sir Richard, iniziò a costruire sopra il terreno ereditato intorno al 1710. Il progetto di Sir Richard era ambizioso. Nelle sue intenzioni Grosvenor Square doveva essere una delle più grandi piazze di Londra ed estendersi per più di sei acri. I suoi palazzi dovevano essere contemporaneamente maestosi ed eleganti, facenti parte di un piano urbanistico armonico che si doveva sviluppare lungo i quattro lati della piazza.

Il progetto per il fianco Est, sul quale si trova oggi l’ Ambasciata, fu in origine preparato dall’ architetto scozzese Colen Campbell (1676-1729), ma mai trasformato in realtà. L’Ashmolean Museum di Oxford possiede un disegno di Campbell che testimonia il Neo-Palladianismo della sua proposta, che venne scartata per ragioni rimaste oscure. I lavori di costruzione del lato Est iniziarono comunque nel 1725 sotto la direzione di John Simmons. Il palazzo al numero 4, che essendo quello centrale era anche il più importante, fu completato nel 1728, ed entro il 1735 tutte le sette costruzioni del lato orientale della piazza vennero portate a termine.

Il palazzo al numero 4 differiva dagli altri non solo per le dimensioni maggiori, ma anche per il corpo centrale sporgente e coronato da un frontone. Inoltre, alcuni dei suoi elementi decorativi erano ripetuti sui palazzi alle estremità, dando così all’intera schiera di palazzi un’impressione di uniformità. Nonostante il grande prestigio della sua posizione e la bellezza della sua architettura, lo stabile in cui oggi si trova l’Ambasciata d’Italia non trovò acquirenti, fino a quando nel 1739 Simmons prese la decisione piuttosto insolita di farne il premio di una lotteria.

Il vincitore fu Francis Howard, primo Conte di Effingham, il quale affittò il palazzo a Edward Howard, nono Duca di Norfolk, che vi visse fino al 1741. Nel febbraio dell’ anno successivo Lord Effingham cedette l’ immobile per 5.500 Sterline a Thomas Watson-Wentworth, Conte di Malton e poi primo Marchese di Rockingham, il quale decise di modificarlo profondamente cambiando la disposizione degli interni e decorando i soffitti con stucchi.

Suo figlio Charles, secondo Marchese di Rockingham e Primo Ministro nel 1765 e nel 1782, abitò nella casa di Grosvenor Square dal 1751 fino alla morte, nel 1782, quando la lasciò in eredità al nipote William Wentworth, quarto Conte Fitzwilliam, che vi risiedette per cinquant’anni. Lord Fitzwilliam fu un uomo politico assai importante e ricoprì vari incarichi, tra cui nel 1795 quello di Luogotenente dell’ Irlanda, da cui fu esautorato dopo solo otto giorni dal primo Ministro Pitt a causa della sua ferma intenzione di applicare immediatamente l’atto di emancipazione dei cattolici. Egli investì somme ingenti nel palazzo di Grosvenor Square, come ad esempio nel 1785, quando spese ben 3.986 Sterline.

I Fitzwilliam rinnovarono l’immobile ancora nel 1872 e nel 1902, aggiungendovi un piano ed corpo sul retro per collegarlo con le costruzioni su Three Kings Yard dove oggi sono gli uffici della Cancelleria Diplomatica. Nel 1931 il settimo Conte Fitzwilliam restituì il possesso del palazzo ai Grosvenor, che non ne avevano mai alienato la proprietà, ed il 25 marzo dello stesso anno, Hugh Grosvenor, Duca di Westminster, cedette l’usufrutto per duecento anni allo Stato Italiano.