Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Italy4Innovation – Investimenti a Impatto

Il primo evento del ciclo Italy4Innovation del 2020 è stato dedicato a un tema strettamente legato alla sostenibilità intesa in senso ampio: gli Investimenti a Impatto. Si tratta, come ricordato dall’Ambasciatore d’Italia Raffaele Trombetta nel suo saluto introduttivo, di una scelta non fortuita nell’anno in cui l’Italia, assieme al Regno Unito, co-preside la COP26.

Quello degli investimenti a impatto è un settore relativamente nuovo nel panorama della finanza, ma in crescita esponenziale e nel quale proprio il Regno Unito e l’Italia si attestano in posizione di assoluto rilievo, come ricordato dal Prof. Calderini del Politecnico di Milano, massimo esperto in materia, il quale ha anche dettagliato i criteri principali sottesi alla definizione di “investimento a impatto” (intenzionalità, misurabilità e addizionalità), nonché l’irrinunciabile trade-off tra profittabilità dell’investimento e raggiungimento di precisi effetti di natura sociale.

Il confronto tra i due paesi è stato trattato dal successivo panel in cui sono intervenuti Victoria Quinlan di LendLease, James Broderick del Impact Investing Institute, Marco Gerevini di Fondazione Housing Sociale, Riccarda Zezza, Founder & CEO di Life Based Value, brillantemente moderati da Irene Mia del The Economist.

In Italia il settore presenta numeri ancora contenuti, eppure i tassi di crescita sono sostenuti, con ottime prospettive di ulteriore sviluppo grazie alla presenza di precisi vantaggi comparati, quali l’esistenza delle Fondazioni bancarie, la cultura del no profit e dell’imprenditoria sociale e una precisa fattispecie normativa ( “Benefit Corporation”). È stato tuttavia ricordato come oltre al ruolo chiave giocato dal settore privato, è ugualmente importante l’azione dello Stato, sia attraverso interventi di regolamentazione e atti di indirizzo che con la messa a disposizione di fondi, purché complementari a quelli di natura privata.

La sfida per il settore è data dall’utilizzo, improprio e opportunistico, del termine “impact investing” per tutta una serie di strumenti e indicatori che, pur avendo un impatto sociale positivo, non rientrano nel settore, così come la difficoltà di misurare scientificamente l’impatto sociale di un investimento su una comunità. Un problema che riguarda anche il più vasto universo della finanza verde, sul quale serve ancora lavorare molto a livello internazionale, con l’obiettivo di giungere a parametri, criteri e metriche massimamente condivisi.

  • Tag:
  • N