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Ricerca nel Regno Unito

Aggiornamento pagina 13/09/2023

 

Il Regno Unito ha una lunghissima tradizione di eccellenza nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, ospita università e centri di ricerca prestigiosi e ottima qualità, e continua a portare contributi innovativi in moltissimi campi.

Un’indicazione di questa eccellenza è il numero di britannici vincitori di un premio Nobel. Ad oggi (luglio 2023), sono 138 gli scienziati britannici a cui è stato conferito il premio Nobel. Solo gli Stati Uniti d’America hanno un numero maggiore, 406; il Regno Unito è seguito in terza posizione dalla Germania (114); l’Italia occupa la dodicesima posiziona (21).

La Tabella 1 riporta alcuni indici che ci aiutano a comprendere la situazione della ricerca nel Regno Unito, e negli altri 7 Paesi del G7; indici che sono stati calcolati da dati OurWorldInData, dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (OCSE), e dati Scimago.

In termini di investimenti in ricerca e sviluppo (Tabella 1, colonna 3), dati OCSE indicano che nel 2020 il Regno Unito ha investito il 2.9% del Prodotto Nazionale Lordo in Ricerca [dati ‘Gross Domestic Expenditure on Research and Development (GERD) from Organization for Economic Co-operation and Development (OECD). Nello stesso anno, ad esempio, l’Italia ha investito l’1.50% (1,48% nel 2021), la Francia il 2.3% (2,21% nel 2021) e la Germania il 3.13% (3.13% anche nel 2021). In termini di impiegati nella ricerca (Tabella 1, colonna 4), nel 2017 il Regno Unito aveva 9,23 impiegati nella ricerca ogni 1.000 impiegati, un valore simile a quelli di Francia (11,72) e Germania (10,22) e più alto che in Italia (6,98).

Tre indici SCIMAGO per il 2022 possono venire utilizzati per caratterizzare la quantità e qualità della produzione scientifica dei diversi Paesi: il numero di documenti scientifici citabili (Tabella 1, colonna 5), le citazioni per documento (Tabella 1, colonna 6), e h-index (Tabella 1, colonna 7). In termini di citazioni per documento il Regno Unito si posiziona al terzo posto dopo gli Stati Uniti ed il Canada, ed in termini di H-index medio per documento, il Regno Unito si posiziona secondo dopo gli Stati Uniti.

Chiaramente alcuni degli indici riportati nella Tabella 1 dipendono dalle dimensioni del Paese e dalla sua popolazione: per tenere conto di queste differenze, possiamo costruire due nuovi indici, tenendo conto del numero totale degli impiegati nella ricerca (Tabella 2, colonna 2). Il primo indice normalizzato è il numero di documenti citabili diviso per il numero degli impiegati nella ricerca (Tabella 2, colonna 3): tale indice varia tra 0.14 e 0.46, con il Regno Unito ed il Canada in prima posizione con 0.46. Notare che l’Italia si pone al secondo posto. Il secondo indice normalizzato è l’indice di Hirsch per impiegato nella ricerca (il valore è stato moltiplicato per 1000 per renderlo più leggibile; Tabella 2, colonna 4): questo indice varia tra 1,20 e 5,78. Il Regno Unito si posiziona secondo con 4.14, dopo il Canada.

Paese Popolazione nel 2021 (milioni) Fondi per RD (% GDP) nel 2021 Impiegati in ricerca nel 2021 (ogni 1000) Documenti scientifici citabili 2022 Citazioni per documento 2022 H-index 2022
USA 337,0 3,46 (2020) 9,95 623.176 1,05 2.898
Regno Unito 67,3 (2020) 2,93  (2017) 9,23 205.867 1,30 1.840
Germania 83,4 3,13 10,22 193.077 1,12 1.602
Italia 59,2 1,48 6,98 136,051 1,23 1.275
Giappone 124,6 3,30 10,33 130.095 0,82 1.251
Francia 64,5 2,21 11,72 112.159 1,11 1.442
Canada 38,2 1,70 (2019) 9,43 117.417 1,20 1.481

Tabella 1. Indici della ricerca scientifica dei Paesi del G7: popolazione nel 2021 (Our World In Data); percentuale del Prodotto Nazionale Lordo investito nella ricerca nel 2021 (OCSE); percentuale degli impiegati nella ricerca rispetto al totale degli impiegati nel 2021 (OCSE); numero di documenti scientifici citabili nel 2022 (Scimago); numero di citazioni per documento citabile nel 2022 (Scimago; Hirsch-index per Paese nel 2022 (Scimago). Si segnala che per alcuni Paesi i valori del 2021 e 2022 non erano disponibili, e quindi sono stati riportati i valori più recenti (valori in parentesi). 

 

Paese Impiegati nella ricerca nel 2022 Documenti citabili per impiegato in ricerca H index per impiegato in ricerca (x1000)
USA (2020) 2.415.108 0,26 1,20
Regno Unito (2017) 444.619 0,46 4,14
Germania 752.219 0,26 2,13
Italia 357.696 0,38 3,56
Giappone 942.024 0,14 1,35
Francia 501.053 0,24 2,88
Canada (2019) 256.120 0,46 5.78

Tabella 2. Impiegati nella ricerca nel 2022 (OCSE), ed indici derivati dividendo i valori della Tabella 1 per il numero degli impiegati nella ricerca: documenti citabili per impiegato nella ricerca, e Hirsch-index per impiegato in ricerca per Paese (moltiplicato per 1,000). Si segnala che per alcuni Paesi i valori del 2021 e 2022 non erano disponibili, e quindi sono stati riportati i valori più recenti (valori in parentesi). 

Dagli indici riportati nelle Tabelle 1 e 2 possiamo concludere che, in confronto ai Paesi del G7:

  • In termini di investimenti in ricerca, il Regno Unito si posiziona quarto, dopo USA, la Germania o il Giappone;
  • In termini di percentuale della forza lavoro impiegata nella ricerca, il Regno Unito si posiziona come quarto dei Paesi del G7, dopo la Francia, la Germania e USA;
  • In termini di produzione scientifica e di qualità dei documenti prodotti, il Regno Unito si posiziona tra i primi tre Paesi del G7;
  • In termini di produzione di documenti citabili per persona impiegata nella ricerca, il Regno Unito si posiziona al primo posto, con il Canada;
  • In termini di qualità e rilevanza dei documenti scientifici prodotti, misurata dall’indice di Hirsch per impiegato nella ricerca, il Regno Unito si posiziona al secondo posto, dopo il Canada.

 

Università del Regno Unito

Per una valutazione globale della qualità delle università dei Paesi del G7 possiamo guardare i risultati delle analisi (rankings) riportate da ‘The Times Higher Education (THE) World Ranking’ e dal ‘Quacquarelli Symons (QS) World Ranking’ negli ultimi due anni.

La Tabella 3 mostra i rankings nelle ultime due edizioni di THE e QS delle prime 15 università elencate da THE-2023. SI segnala che entrambi i sistemi di valutazione pongono ai primi 5 posti tre università degli Stati Uniti e due del Regno Unito: Oxford, Harvard, Cambridge, Stanford e MIT.

THE-2023 (Times Higher Education) e QS-2024 (Quacquarelli Symonds) confermano che anche nelle ultime edizioni le prime 10 università del mondo sono negli Stati Uniti d’America o nel Regno Unito. Nel Regno Unito, Oxford University, Cambridge University e Imperial College London si confermano tra le migliori 10 università del mondo.

Se estendiamo l’analisi THE-2023 alle prime 10, troviamo altre università degli Stati Uniti ed un’altra università del Regno Unito, Imperial College. Solo se estendiamo ulteriormente l’analisi alle prime 15 posizioni, troviamo anche un’università della Svizzera: 12 università degli Stati Uniti, 3 del Regno Unito ed una della Svizzera. Occorre estendere fino alle prime 20 per trovare altri Paesi: troviamo al 16 e 17 posto due università della Cina (Tsinghua e Peking), al 18 posto un’università canadese (Toronto), ed al 19 posto Singapore (National University of Singapore). La prima università italiana ad apparire nella lista THE 2023 è l’Università di Bologna, al 161 posto, mentre la prima università italiana ad apparire nella lista QS-2024 è il Politecnico di Milano, al 123 posto.

THE QS Universita’ Country
2023 2022 2024 2023
1 1 3 4 Oxford University UK
2 =2 4 5 Harvard University US
=3 =5 2 2 Cambridge University UK
=3 4 5 3 Stanford University US
5 =5 1 1 Massachusetts Institute of Technology US
6 =2 15 =6 California Institute of Technology US
7 7 17 16 Princeton University US
8 8 10 27 University of California, Berkeley US
9 9 16 18 Yale University US
10 12 6 =6 Imperial College London UK
=11 11 23 19 Columbia University US
=11 15 7 =8 ETH Zurich Switzerland
13 10 11 10 The University of Chicago US
14 =13 12 13 University of Pennsylvania US
15 =13 28 25 John Hopkins University US

Tabella 3. Elenco delle 15 migliori università del mondo, stilata The Times Higher-Education 2023 (THE-2023), e loro posizione rispetto a THE-2022, e rispetto all’analisi di QS negli ultimi due anni (2024, appena pubblicata; e 2023).

 

Laboratori di ricerca, e enti di ricerca internazionali

Si segnala che il Regno Unito ospita le sedi di due delle sei ‘European Coordinate Organizations’:

Si segnalano inoltre i seguenti centri di ricerca e laboratori di grande prestigio, tra cui:

Si rimanda al sito di UK Research and Innovation (UKRI) per una lista completa delle organizzazioni di ricerca approvate dal governo.

 

Scienziati italiani nel Regno Unito

L’ultima stima disponibile, basata su un lavoro coordinato dall’Ambasciata d’Italia a Londra del 2018, parla di circa 6,000 italiani impiegati in università del Regno Unito, un terzo dei quali lavora presso enti basati a Londra. Dati del 2017 indicano circa 350 italiani impiegati a University College London, e circa 250 a King’s College London, 240 a Oxford University, 230 a Imperial College e 210 a Cambridge University. Seguono Manchester University, con circa 140 impiegati, Queen Mary University London con circa 135, London School of Economics con 125, Edinburgh University con 115, e quindi le altre università.

Un rapporto della Royal Society di Londra del 2015 riporta che circa il 28% degli accademici che lavorano nelle università del Regno Unito sono stranieri (16% vengono dall’Europa, ed il 12% da altri paesi).

 

Interazione tra gli accademici del Regno Unito e quelli degli altri Paesi del mondo

Per stimare con quali Paesi lavorini principalmente gli accademici del Regno Unito, possiamo analizzare la percentuale delle pubblicazioni scientifiche (peer-reviewed) che hanno come co-autori accademici stranieri. Un rapporto della Royal Society dice che nel periodo 2005-2014, circa il 12% delle pubblicazioni sono state fatte con collaboratori americani, il 6% con  collaboratori tedeschi, il 4.3% con collaboratori francesi, ed il 3.7% con collaboratori italiani. Questo, ed altri indici riportati in questo rapporto, indicano che l’Italia è uno dei Paesi con cui gli accademici del Regno Unito ha più collaborazioni.

E’ invece difficile stimare il numero di accordi bilaterali o ‘Memorandum of Understanding’ che esistono oggi tra istituti di ricerca ed università del Regno Unito ed Italiane. Citiamo che  sono in corso anche accordi bilaterali di collaborazione tra le Royal Societies (britannica e scozzese) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) italiano (CNR International Exchange Award) per progetti di mobilità di ricercatori tra i due paesi.

 

Associazione del Regno Unito ai programmi di ricerca ed innovazione dell’Unione Europea

La Commissione Europea e il Regno Unito hanno raggiunto il 7 settembre 2023 un accordo sulla partecipazione del Regno Unito a Orizzonte Europa, il programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea (UE), e a Copernicus, il programma di osservazione della Terra leader a livello mondiale.

L’accordo è in linea con l’accordo commerciale e di cooperazione UE-Regno Unito. Il Regno Unito sarà tenuto a contribuire finanziariamente al bilancio dell’UE ed è soggetto a tutte le garanzie previste dall’accordo commerciale e di cooperazione. Nel complesso, si stima che il Regno Unito contribuirà in media con quasi 2,6 miliardi di euro all’anno per la sua partecipazione sia a Orizzonte Europa che alla componente Copernicus del programma spaziale.

A partire dal 1° gennaio 2024, i ricercatori e le organizzazioni del Regno Unito potranno partecipare a Orizzonte Europa alla pari delle loro controparti negli Stati membri dell’UE e avranno accesso ai finanziamenti di Orizzonte Europa. L’associazione include i programmi di finanziamento dell’European Research Council (ERC) e Marie Sklodowska-Curie, programmi che promuovono la mobilità degli scienziati. A seguito dell’accordo, ricercatori del Regno Unito potranno partecipare ai bandi Horizon Europe del ‘Work Program 2024’.

L’associazione a Copernicus consentirà al Regno Unito di contribuire a un programma spaziale strategicamente importante con una capacità all’avanguardia di monitorare la Terra e di accedere ai suoi servizi. Copernicus fornisce un contributo essenziale al raggiungimento del nostro Green Deal europeo e degli obiettivi net-zero. Il Regno Unito avrà inoltre accesso ai servizi di sorveglianza e tracciamento spaziale dell’UE, una componente del programma spaziale dell’UE. L’accordo non include i programmi Euratom e il programma di ricerca e sviluppo sulla fusione nucleare ITER.

L’accordo politico del 7 settembre dovrà essere approvato dal Consiglio Europeo prima di essere formalmente adottato dal comitato specializzato UE-Regno Unito sulla partecipazione ai programmi dell’Unione.

La notizia è estremamente positiva per l’Europea e il Regno Unito, e sancisce la volontà di riprendere a lavorare assieme su problemi di ricerca e sviluppo chiave per il futuro, ad esempio in materia di clima, energia, mobilità, digitale, industria e spazio, salute e altro ancora.

 

Ulteriori informazioni

Innovitalia, il sito della Diplomazia Scientifica del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) riporta ulteriori articoli che discutono di vari temi, tra cui si segnalano i seguenti:

 

Indici globali

Concludiamo questa scheda riportando altri 5 indici globali del Regno Unito da World Intellectual Property Organization; Scimago Journal and Country Ranking; OECD

Global innovation index (2022)                                 3

Scimago country ranking (2022)                               4

OCSE Gross expenditure in R&D from (2020)           8

Average score top 3 Universities QS ranking (2022)             2

H index per impiegato di ricerca (2022)                    2

 

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