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Francis Crick Institute: leader mondiale nella ricerca biogenetica

Il 18 luglio, l’Ambasciatore d’Italia nel Regno Unito, S E Inigo Lambertini, e l’Addetto Scientifico Prof. Roberto Buizza, hanno visitato il Francis Crick Institute, centro di livello mondiale nella ricerca biomedica e frutto della partnership tra sei delle principali organizzazioni del Regno Unito nel campo: Medical Research Council (MRC), Cancer Research UK (CRUK), Wellcome, University College London (UCL), Imperial College London e King’s College London.

Il progetto di istituire Crick nasce nel 2007 a seguito della pubblicazione del Cooksey Report, una revisione indipendente degli accordi per il finanziamento della ricerca sanitaria nel Regno Unito. Il centro vede quindi la luce nell’estate 2011, prendendo il proprio nome dal celebre scienziato britannico Francis Crick, premio Nobel per la Medicina nel 1962, e diventa pienamente operativo nella primavera 2017. Attualmente è diretto dal Prof. Sir Paul Nurse, premio Nobel per la Medicina nel 2001, e ospita oltre 2000 persone provenienti da circa 80 Paesi diversi, nonché più di 100 gruppi di ricerca.

La missione di Crick è la scoperta senza confini; condurre ricerche di scoperta di livello mondiale per capire come funzionano gli esseri viventi e generare benefici per la salute umana. I suoi ricercatori esplorano i meccanismi biologici a tutte le scale dalle molecole attraverso le cellule agli organismi. Le scopo delle ricerche è di migliorare la comprensione dei processi fondamentali della vita e avranno il potenziale per trasformare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie umane. Per realizzare la sua missione, Crick riunisce le competenze di diverse discipline scientifiche e lavora con diversi tipi di organizzazioni in ambito accademico, clinico e industriale. Questo crea uno spazio per la scoperta senza confini e supporta la traduzione delle scoperte in benefici per la salute.

Il suo programma scientifico è ampio e inclusivo, ed ambisce ad esplorare i meccanismi biologici a tutte le scale, dalle molecole, alle cellule, agli organismi. La conoscenza biologica è al centro della biomedicina, determinando importanti miglioramenti nella prevenzione, nella diagnosi e nel trattamento delle malattie umane. Nel corso degli anni, le ricerche in biologia hanno portato a una migliore comprensione di molte malattie. Gli approcci scientifici necessari per ulteriori progressi nella comprensione sono diventati più multidisciplinari, incorporando discipline biologiche inaspettate come la biologia evolutiva e l’ecologia, nonché aspetti delle scienze fisiche, ingegneristiche e dell’informazione. Il programma scientifico di Crick ha la flessibilità per supportare campi di indagine promettenti ed emergenti.

Crick interagisce con università italiane. Nel periodo 2017-2022, dati SCOPUS/SCIVAL (Elsevier) indicano che i ricercatori di Crick hanno prodotto la maggior parte delle loro pubblicazioni con ricercatori di istituti del Regno Unito (81%) e Stati Uniti (24%), seguiti da Germania (12%), Francia (8%), Spagna (5,8%), Svizzera (5,6%) e quindi l’Italia (5.2%). In numeri assoluti, nel periodo 2017-2022 Crick ha prodotto circa 4.280 pubblicazioni, di cui 222 (5.2%) con scienziati italiani di varie Università, tra cui (in ordine decrescente) Padova (35 su 222 pubblicazioni), La Sapienza (24), Torino (22), Bologna (19) e Milano (19).

Nel corso della visita abbiamo incontrato il suo Direttore, Sir Paul Nurse, che nel 2010 è diventato il primo Direttore e Amministratore Delegato del Francis Crick Institute di Londra e inoltre per 5 anni è stato Presidente della Royal Society. Sir Paul ha ricevuto nel 2001 il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina insieme a Leland Hartwell e Tim Hunt per le loro scoperte di molecole proteiche che controllano la divisione (duplicazione) delle cellule nel ciclo cellulare.

Abbiamo quindi visitato vari laboratori, ed incontrato circa trenta scienziati italiani che lì lavorano dopo una laurea e/o un dottorato in Italia.

Ci hanno spiegato che la strategia impiegata dal centro per attrarre, con profitto, talenti da tutto il mondo è basata su una selezione molto stringente, e sull’offrire solo contratti a tempo determinato (massimo di 5 anni), rinnovabili solo per chi rimane, in termine di qualità del lavoro prodotto, nel primo 10% degli scienziati di tutto il mondo. A chi viene impiegato, viene garantito un forte sostegno ai progetti di ricerca, che hanno accesso ai migliori strumenti disponibili sul mercato globale.

Il personale ha espresso poi l’auspicio che a breve il Regno Unito torni ad associarsi ai progetti di ricerca e innovazione Europei (Horizon Europe), e che la mobilità degli scienziati e degli studenti tra il Paese e il continente torni presto ai livelli pre-Brexit. A riprova delle difficoltà affrontate a seguito dell’uscita dall’Unione Europea, ci è stata riportata la storia di una giovane ricercatrice che ha dovuto pagare l’equivalente di 4 salari mensili soltanto per avere il visto per lavorare a Crick nel 2023.

Ci siamo infine accomiatati con la promessa di collaborare per organizzare eventi (workshops, seminari) su temi di interesse comune nel campo della ricerca medica e della biologia molecolare. Azioni che possono essere disegnate per rafforzare i legami già esistenti tra la comunità scientifica italiana e Crick, leader mondiale nel settore.