Il ciclo Italy4Innovation è giunto al suo 21esimo appuntamento con un incontro nuovamente dedicato al tema della sostenibilità il 29 giugno 2022.
La decarbonizzazione dei sistemi economici è stata, in questa circostanza, trattata dalla prospettiva delle imprese, in un certo modo obbligate a ridefinire il loro funzionamento operativo, le strategie aziendali e i modelli di produzione sulla base di nuovi standard di sostenibilità, pena la perdita di competitività, oltre che la violazione di precisi obblighi di trasparenza circa la riduzione degli impatti ambientali (oltreché l’avanzamento di istanze sociali e di governance) oramai imperanti nelle revisioni normative a livello nazionale, regionale (in primis UE) e internazionale.
Organizzato in collaborazione della School of Management della prestigiosa University College London, è stato possibile raccogliere le testimonianze di alcuni importanti imprese e marchi italiani (servizi, manifattura tessile, energia, fondi di investimento), in qualche modo emblematici per la loro capacità di adattarsi a nuovi modi di fare impresa e di raccogliere la sfida della sostenibilità non solo come indispensabile fattore di sopravvivenza, ma addirittura come carta di affermazione e successo.
La sostenibilità (ovvero i vincoli alle riduzioni di emissioni climalteranti, i nuovi parametri ESG, gli emergenti obblighi di compliance e trasparenza) è oggi un imperativo forse ancora troppo sottovalutato e che rappresenta un costo per molte imprese; ma esso può anche trasformarsi in opportunità, laddove però si colga il senso d’urgenza e si abbia la perspicacia (e anche il coraggio) di anticipare le trasformazioni in atto.
Ciascuno fornendo la propria specifica e originale soluzione o proposta, i partecipanti al panel (tra cui ENEL, Tecno, Yamamay; v. agenda) hanno ben evidenziato come la scelta della sostenibilità non possa rimanere una mera azione di comunicazione o marketing (il “greenwashing” può addirittura diventare svantaggio comparato), ma va integrata nei sistemi di business in un’ottica organica: dagli indirizzi strategici all’esecuzione. Una scelta, quindi, che va inserita in tutti i processi e decisioni, e che consegue maggiori risultati se diventa patrimonio condiviso in tutte le articolazioni aziendali.
L’incontro ha messo anche in evidenza quanto il nostro tessuto economico-imprenditoriale sia avanzato in tale processo di trasformazione, che risulta particolarmente complesso per le PMI e le micro imprese, spesso frenate da minori risorse o (magari) inferiori capacità di proiezione strategica. Eppure, proprio le nostre PMI stanno dando prova di straordinaria capacità di adattamento (vedi i risultati raggiunti dal nostro paese in termini di tasso di circolarità dei materiali e di efficienza nell’uso di risorse, energia e materie prime).