LA BERS: ORIGINE E MANDATO
La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) è una IFI-Istituzione Finanziaria Internazionale (MDB, Banca Multilaterale di Sviluppo) costituita nel 1991 per “favorire la transizione verso l’economia di mercato e promuovere l’iniziativa privata e imprenditoriale nei paesi dell’Europa centrale e orientale, impegnati ad applicare i principi della democrazia multipartitica, del pluralismo e dell’economia di mercato” (Art. 1 dello Statuto). Basata a Londra ma con Uffici nei vari Paesi d’operazione, ha svolto e continua un ruolo fondamentale, acquisendo nel contempo un’expertise unica, nel favorire la trasformazione economica e sociale dei paesi d’operazione, nel mentre aumentati in numero e area geografica, investendo, dalla sua costituzione, oltre €210 miliardi in più di 7.400 progetti.
Attualmente la BERS conta 77 azionisti (da ultimi: Iraq, Benin, Costa d’Avorio e Nigeria), tra cui l’Unione Europea e la Banca Europea per gli Investimenti. È in corso l’adesione di Senegal, Kenya e Ghana. La Banca opera attualmente in 37 paesi, puntando a espandere nel 2025 le proprie operazioni anche in Benin, Costa d’Avorio, Iraq, Senegal, Kenya e Ghana. Dal luglio 2014 la Banca ha sospeso ogni nuovo progetto di investimento in Russia e dall’aprile 2022, in risposta all’invasione dell’Ucraina, ha sospeso in toto l’accesso della Russia alle proprie risorse, chiudendo i propri Uffici nel Paese. Sempre nell’aprile 2022 e per le medesime ragioni, la Banca ha sospeso in toto l’accesso della Bielorussia alle proprie risorse, chiudendo i propri Uffici a Minsk.
Per la realizzazione del proprio mandato la Banca, intervenendo anche in collaborazione con altre banche multilaterali, agisce secondo un modello project-based, e demand-driven, fornendo finanziamenti per progetti o investimenti, concedendo prestiti e garanzie e acquisendo partecipazioni in capitale di rischio.
La BERS opera secondo modelli di natura commerciale: i prestiti sono concessi a tassi di interesse di mercato (molto vantaggiosi, godendo la banca della tripla A dalle principali agenzie di rating) e uno dei principi generali che governano tutte le operazioni è il sound banking; gli altri due principi sono il sostegno alla transizione (il passaggio da economie statali a sistemi economici di mercato) e l’addizionalità (l’intervento della Banca non deve sostituirsi al possibile intervento dei privati). La valutazione dell’impatto di transizione viene condotta applicando sei parametri (“qualità di transizione”, regolarmente aggiornati in ragione dei mutamenti macro-economici e politici su vasta scala): concorrenza, qualità della governance, inclusivisi, sostenibilità ambientale, resilienza, integrazione (coerentemente agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile approvati dalle Nazioni Unite nel 2015 e l’Agenda 2030).
Le operazioni della Banca sono inoltre affiancate a interventi specifici finanziati con importanti fondi a dono (grant) che ne potenziano gli effetti. Sono circa 50 gli attuali donatori (sia bilaterali che multilaterali – ivi inclusi governi, altre istituzioni finanziarie internazionali, altri partner anche privati). La BERS può contare anche su un fondo proprio (Shareholder Special Fund), ovvero una quota annuale che deriva dagli utili complessivi sul bilancio della BERS. Altri strumenti utilizzati sono capex grants, concessional lending, programmi di assistenza tecnica. In crescita anche il ricorso a forme di garanzie; mentre è continua l’innovazione quanto a strumenti finanziari potenzialmente utilizzabili e il focus sulla smobilitazione degli investimenti privati (accordi sindacato o altro).
L’assistenza della BERS a sostegno del processo di transizione economica è condizionata all’esistenza, nei paesi di operazione, di regimi democratici e pluralismo politico (art.1). La verifica dell’adesione a tali principi è parte integrante delle operazioni della BERS.
Lo Statuto BERS prevede inoltre che la Banca dia precedenza alle operazioni con il settore privato e a interventi che, anche qualora condotti con attori pubblici, abbiano come finalità il crowding-in della finanza privata, una caratteristica che la rende unica nel panorama delle banche multilaterali di sviluppo. Nell’arco di pochi anni la BERS è anche diventata leader in materia di finanziamento alla sostenibilità ambientale (oltre il 40% delle nuove linee di finanziamento sono in progetti cosiddetti “green” e nell’ambito dell’attuale Piano strategico 2021-2025 si punta a una quota del 50%) e in finanziamenti in valute locali, che aumentano la resilienza dei creditori.
La BERS affianca alle operazioni di investimento i progetti di policy engagement e capacity building e, tramite i fondi erogati a dono, conduce attività di assistenza tecnica. La Banca fa inoltre grande ricorso alle conoscenze e agli esperti locali attraverso i suoi oltre 50 uffici regionali.
Con il passare degli anni, la BERS si è progressivamente trasformata in una banca di sviluppo multiregionale, conservando un cuore europeo ma estendendosi operativamente su tre continenti e con un azionariato di fatto globale. L’area di operazione si è andata progressivamente estendendo dai paesi centro-europei, dell’Europa baltica e orientale, alla Confederazione degli Stati Indipendenti e al Centro Asia. Nel processo seguito agli eventi delle cosiddette Primavere Arabe, tradottosi nel sostegno espresso dai Capi di Stato e di Governo del G8 – Italia in testa – riuniti a Deauville nel maggio 2011, la Banca ha allargato il proprio mandato geografico verso i paesi del Mediterraneo sud-orientale (SEMED). L’ultima espansione dell’area di operazione, limitata e incrementale, e’ stata deliberata nel 2023 verso l’Africa sub-Sahariana e l’Iraq.
Sempre nel 2023, i Paesi azionisti della Banca hanno deliberato un amento di capitale di 4 miliardi di euro (da 30 a 34 miliardi) in particolare al fine di continuare a sostenere l’Ucraina dopo l’aggressione russa. Nei confronti del Paese, la Banca ha a oggi investito oltre 6 miliardi di euro dallo scoppio nel conflitto nel febbraio 2022.
Il prossimo Annual Meeting (la riunione annuale dei Governatori che si riunisce per approvare il bilancio, i conti finanziari e le principali decisioni sulla vita della Banca) avra’ luogo a Londra il 13-15 maggio 2025.
L’Ucraina continuerà a essere il tema centrale dell’evento, con la Banca che ribadirà il proprio sostegno massiccio al Paese, tanto sotto il profilo delle riforme quanto sotto quello degli investimenti, nell’auspicio dell’avvio della fase di ricostruzione.
La Banca sarà anche chiamata ad adottare il nuovo Strategic and Capital Framework, il ciclo strategico di medio termine che ridefinirà la formulazione operativa delle priorità esistenti. Al focus sui temi della decarbonizzazione e su quello dell’inclusione e della parità di genere, si intende affiancare una rinnovata attenzione alla nozione di “good governance”, in primis economica, cui contribuiranno due fattori abilitatori, digitalizzazione e mobilitazione degli investimenti del settore privato. Rimarrà prioritario il rafforzamento delle sinergie con le altre Banche Multilaterali di Sviluppo, in primis EIB e IFC, secondo un approccio che favorisca la divisione del lavoro ed eviti inutili duplicazioni.
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IL RUOLO DELL’ITALIA
L’Italia è paese fondatore della BERS. Oltre a essere rilevante azionista con una quota attualmente pari all’8,06% (dopo gli USA, l’Italia rientra nel gruppo dei maggiori azionisti assieme a Germania, Francia, Regno Unito e Giappone), l’Italia è anche un importante donatore della Banca (con oltre 166 milioni di euro dalla sua fondazione).
L’Italia contribuisce alla BERS anche tramite il sostegno ai Technical Cooperation Funds Programme (TCFP). Si tratta, nello specifico, dell’Italian Technical Cooperation Fund (per la cooperazione tecnica) e l’Italian Investment Cooperation Fund (co-investimenti, ma di fatto prevalentemente garanzie), entrambi di competenza del Ministero Economia e Finanza. L’Italia partecipa inoltre al finanziamento degli investimenti nell’ambito dell’Enterprise Expansion Fund (ENEF) oltre a contribuire a diversi fondi multi-donatori, tra cui European Western Balkans Joint Fund, Ukraine Stabilisation and Sustainable Growth Multi-Donor Account, the Small Business Impact Fund (SBIF), e SEMED Multi-Donor Account..
L’Italia è altresi’ l’unico contributore al Fondo dell’Iniziativa Centro Europea (CEI). Il Fondo CEI, istituito nel 1992 e con contributi pari a 45,5 milioni di euro ad oggi, sostiene i Paesi in transizione nel processo di integrazione nell’UE. Il Fondo supporta progetti di cooperazione tecnica nei settori dei trasporti, dell’efficienza energetica e del cambiamento climatico, dello sviluppo delle imprese e del dialogo politico. Il Fondo ha anche fornito assistenza attraverso uno specifico strumento CEI, il Know-How Exchange Programme, finanziando progetti di capacity building.
Le banche italiane sono anche coinvolte nel Trade Facilitation Programme, attraverso il quale la BERS garantisce il pagamento degli strumenti di finanziamento del commercio emessi dalle banche nei paesi dove essa investe.
Da segnalare anche l’importante contributo a sostegno dell’Ucraina, sia con uno specifico contributo da 10 milioni di Euro, tramite l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, al Crisis Response Special Fund, sia attraverso un progetto da 200 milioni di euro co-finanziato con la Banca a favore di Ukrhydroenergo. Il progetto finanzierà l’acquisto di attrezzature essenziali per due delle centrali idroelettriche di Ukrhydroenergo, Dnipro HPP e Seredniodnipro HPP, oltre a soddisfare le esigenze di liquidità della società.
Dal 2018 al 2023, realtà italiane si sono aggiudicate 448 gare d’appalto e consulenze gestite dalla BERS per un valore di 632,3 milioni di euro.
PERSONALE ITALIANO
Al 31/12/2024, su un totale di 3299 impiegati, il personale italiano nella BERS era di 112 unità.
Contatti Ufficio Italia alla BERS: tel.: +44 (0)20 7338 7013; email: ItalyOffice@ebrd.com
Contatti BERS: 5 Bank Street, E14 4BG, Londra